"L’incipit di quell’opera gli tornava in mente proprio adesso. Lucius non sapeva perché, dal momento che la sua mente galleggiava ancora attutita da qualche parte.
Inoltre quella era stata una storia felice - o almeno così gli pareva, erano passati anni da che aveva aveva letto il libro ad Hogwarts. I protagonisti alla fine raggiungevano il loro lieto fine e poi vivevano tutti felici e contenti, mentre finora la sua personale storia lo aveva visto vivo, ma di certo ne’ felice ne’ contento.
Il suo mondo era ancora oscuro, per quel che lo riguardava. Nessuno splendido sole in vista oltre l’orizzonte..."

Omegaverse, ma tutto così tremendamente canon.

... “Se non mi dite qualcosa, non scoprirò mai perché volete entrambi che parli con voi. È così imbarazzante?”

Visto il rossore che si diffuse sulle guance dei due amici, Caleb non ebbe molta difficoltà ad intuire che riguardasse il sesso.

“Non sono mica un esperto”

“Ma tu hai già fatto l’amore”

“Sì”

“In entrambi i modi?”

Questa volta toccò a Caleb, arrossire, ma annuì comunque.

“Puoi … puoi aiutarci a fare l’amore?”

“Co-cosa intendete?”

“Insegnarcelo, mostrarcelo, darci una mano”

“Speravo di non aver capito. Volete che sia con voi, per la vostra prima volta?”

“Non siamo riusciti a combinare nulla … quasi nulla”

“E … quando vorreste che …?”

“Dopo pranzo?”

Questa volta Caleb non arrossì, ma sentì un gran caldo, improvvisamente.

Il bimbo mi fissa, incuriosito, poi lo vedo imbronciarsi. Decido di allontanarmi in fretta. Mi ero dimenticato che Connor è un Licantropo, stupido che sono.

“Fermati”

“Mi perdoni, professor Brocklehurst, avrei dovuto pensarci”

“Sei Emil, vero?”

“Sì signore”

“Avvicinati”

“Ma …”

“Deve imparare a fidarsi anche delle mie scelte, non solo del suo istinto. Avvicinati. Parla con me”

“Come desidera, professore”

“Cosa volevi chiedermi?”

Sorrido timidamente, preso in castagna, e decido: “Mi servono delle risposte, e non so dove trovarle … non sono nemmeno sicuro che esista un luogo del genere”

“Qui, nei paraggi, ce ne sono due”

“Davvero?”

“Sì. Uno è molto vicino”

“In … in biblioteca, signore?”

“No, Emil. Nel tuo cuore”

“Oggi tocca a te”

“Lo dici con troppa gioia, amore”

“Forse” ghignò Draco “... ma la delegazione norvegese mi aspetta al ministero, e devo essere là a riceverla … per colpa della tua amica Hermione, per l'esattezza”

“... guarda che è anche amica tua”

“Irrilevante”

“Ed è anche tuo superiore”

“Che fai, infierisci? Lo so che lo fa apposta a delegare a me le parti meno piacevoli degli impegni ufficiali”

“Solo perché sei molto più diplomatico di lei. Ricordi cosa successe con la delegazione cinese?”

Draco nascose un sorriso, e annuì, poi tornò alla carica: “Era comunque il tuo turno, questa mattina”

“Lo so, lo so. Ci vediamo a pranzo?”

“Pranzo con la delegazione” ma questa volta nella voce di Draco c'era un'ombra di disappunto, alla quale fu Harry a sorridere.

“Lo so, hanno invitato anche me”

“Non sarà così terribile, allora. A dopo … amore”

Draco si chinò a baciare Harry sulla fronte, richiamò senza bacchetta la borsa delle sue pratiche, e scivolò nella stanza vicina, per sparire via Camino subito dopo. Harry finì la seconda tazza di tè, la appoggiò sul piattino, e si alzò in piedi, dirigendosi verso la pinacoteca dell'ala nord. Tutti i testi che erano riusciti a trovare, compresi alcuni forniti dall'Ufficio SpezzaIncantesimi della Gringott, si erano rivelati inutili, tranne il concordare sul fatto che dovesse sempre essere rintracciata la radice delle Protezioni di Sangue per scoprire quale fosse il loro problema, e questo era il motivo della sua presenza lì. Aprì le porte gemelle con un soffio di magia, e salutò con un ghignò e un cenno del capo il primo ritratto, tutt'ora sotto incantesimo Silenziante, di Lucius Malfoy, che rispose con una smorfia di disgusto.

Altre storie, due secoli dopo, saranno aggiunte.