Del fatto che questa storia sia anche solo in minima parte merito mio vado estremamente fiera. Di questo titolo "Briciole" e di ciò che sei riuscita a farne nel finale sarò sempre orgogliosa, nella consapevolezza che sei un geniaccio assoluto.
Ma tralasciando la mia immensa modestia (XD), veniamo alla storia. Questa trilogia è intensissima e in crescendo. Riesce ad essere crudele, eccitante e a tratti disperatamente dolce, tutto insieme. La prima storia mi fece bruciare di rabbia, lo sai. L'ho riletta dopo che il mio rapporto con il personaggio di Sirius è cambiato e ha continuato a mettermi addosso la medesima furia: voglia di spaccare qualcosa, possibilmente qualcosa che vada proprio in frantumi piccoli piccoli. La seconda storia mi ha lasciato soprattutto tristezza (in senso positivo) per il modo in cui tre persone possono riuscire a rovinarsi la vita, costantemente. Sono tutti e tre sbagliati, incapaci di essere felici. Quanto quei due racconti mi siano piaciuti lo sai già. Ma questo li batte tutti.
Non commenterò con citazioni, perchè dovrei citare quasi ogni riga e all'interno di alcune frasi anche la singola parola o parte del periodo(ad esempio quel "sapevano solo di lui" che, come sai, mi si è piantato nel cervello). Questo è il racconto delle consapevolezze più amare e dolorose e dell'impotenza. Non riesco a non commuovermi ogni volta che lo rileggo.
Stupidi Severus e Sirius, stupidi, stupidi e umani. Hanno voluto negarsi tutto, specialmente il sentimento, ma la vita te le getta sempre in faccia le cose, prima o poi. Sarà il fato che ha voluto giocare con il puzzle, e Severus ha ragione a infuriarsi. Sì, strepita Severus, grida, maledici cielo e terra. Eppure, in un certo senso se la sono cercata, si sono uccisi con le proprie mani. Il destino ha soltando pensato a metterci un sugello. Destino ironico, che tu hai saputo ben rappresentare nei pensieri finali di Sirius. L'assassino libero, ma solo fisicamente, per altro prigioniero quanto l'amato e Sirius, innocente, rinchiuso in un incubo che è ben di più che mura spesse e portoni sbarrati.
E' tutto talmente vivido che non si riesce a capire cosa fa più male. Il dolore di Severus per suo padre, con la constatazione terribile della propria incapacità a frenarne la caduta. L'abbraccio di Sirius che comunque lo lascia poi fuggire lontano. La luna che si fa insieme follia e tentativo di fuggire alla follia. L'altro abbraccio, fragile come le ossa di Sirius, ma intenso come poche cose io abbia mai letto. La morte della speranza, che è però anche nascita della forza necessaria a resistere.
Ma forse, oltre a tutto, oltre a mille momenti di una nitidità affilatissima (come la fame che rode Sirius, come quel panino assaporato in maniera straziante), la cosa che più mi smuove al pianto è il pensiero che è solo l'inizio. Passerà un decennio, una vita intera e quei due saranno sempre soli con le proprie ombre. Anche se, in fondo, ciascuno dei due avrà sempre l'altro dentro di se.
Amo moltissimo anche un particolare specifico di questo racconto. Io amo le simmetrie, il riprendersi di un tema, il ripetersi non fine a se stesso, bensì tale da far davvero combaciare tutti i pezzi del puzzle. Per questo, amo il fatto che Briciole inizi con un abbraccio rifiutato per amore e finisca con un altro abbraccio rifiutato per amore. E' perfetto anche il fatto che se è Severus a sciogliersi dal primo mentendo a se stesso, eppure raccontandosi anche una grande verità, è poi Sirius a fare altrettanto nel finale. Un circolo perfetto che si chiude con dolorosa precisione.
E sulle ultime righe, non c'è nulla da fare, la lacrima mi scappa che lo voglia o no.
Non smettere mai di scrivere Ale, che non fai che migliorare ogni giorno di più.
Nykyo - ancora scobussolata.