"Ecco, dovevo aspettarmelo, l’ho strillato come un ossesso."
"Mi si spezza il fiato, dalla paura di ritrovarmi in ginocchio a chiedergli perdono per ogni affetto che gli ho rubato."

Oddio! Ma Severus non riesce proprio mai a vivere?!?! E' tremendo!

"Rappresenta un problema spinoso quanto me, un’incognita da maneggiare con le molle, e io vorrei solo che fosse il mio personale dilemma, la mia pietra al collo, il mio castigo, anche. Purchè sia solo mio."

Ave! Sembra avercela fatta!

"Non sono già stato marchiato abbastanza profondamente, come schiavo di Voldemort?
Eppure, glielo lascerei fare."

Sto per scrivere piccolo, dolce Severus...ma ho paura di ritorsioni!

"Finalmente, sento che potrei davvero piangere, come un ragazzino, aggrappandomi a lui, se non fosse che, al momento, me n’è davvero passata la voglia."

Quest'ultima frase mi ha alleggerita parecchio, anche se mai abbastanza, dalla tremenda oppressione che sento, e mi ha fatto spuntare un piccolo sorriso.

E' pazzesco come riesci a suscitare quest'emozione così profonda in chi legge le tue parole.
Dirti che sei bravissima è semplicemente riduttivo.

Scusa tutte le emozioni, ma ho scritto il commento a caldo, man mano che leggevo...e il groppo s'ingrossava!
Un bacio! Ora tento di riprendermi, ma ti giuro che sto per piangere. Bea

Risposta dell’autore:

Eh, Bea, che posso dirti? No, il mio Severus (ma anche quello dei libri a dire il vero) non riesce mai a vivere. Ha quel dannato interruttore che non è mai a portata di mano e se qualcuno non lo spegne per lui difficilmente riesce a concedersi una vera vita.
Ma come dargli torto? Ha un passato di rimorsi e un presente in cui l'unica persona che credesse in lui è morta per mano sua. In molti, nella realtà, crollano per meno.
Però, hai visto, alla fine lui vuole vivere, non rifiuta davvero i sentimenti, nemmeno quando fanno male.
Se gli dici che è piccolo e dolce alzerà un sopracciglio con fare disgustato e ti dirà qualcosa di cattivo e beffardo, ma secondo me sotto sotto sarà contento ;D

Mi spiace che la storia ti abbia fatta stare addirittura male (intendo per il senso di oppressione). Lo so che non è un racconto leggero, felice, facile, però alla fine quel che conta credo sia che ciascuno di quei due, finalmente, ha capito di essere libero: di non fingere ed essere solo se stesso.
E hanno capito che possono farlo restando insieme.
Sentirmi dire che riesco ad emozionare tanto mi fa arrossire, ma è una soddisfazione immensa.
Quindi, non scusarti, mi piacciono i commenti a caldo e la tua commozione è preziosa.

Grazie ancora una volta. Un bacio.

Nykyo

Che bello, una nuova storia! Tu ci vizi...^^

Una frase troneggia nella mia mente "Hai solo 15 anni, Severus, passerà. Prima o poi imparerai ad essere forte." C'è tutto Snivellus qui. C'è il ragazzino intrappolato e l'uomo che teme di avere di nuovo 15 anni.

Ma torniamo alla storia:

E' un racconto in penombra. Il dolore, la rabbia...tutto è sordo e muto. C'è la pioggia, che scandisce inesorabile (e insostenibile) il tempo che sembra non passare mai...ma che passa.

Poi c'è Remus.

Nota dolente...non vado d'accordo questo personaggio e tu hai l'abilità di illustrare tutti i punti che meno sopporto in lui. Finge, si nasconde. Cerca il consenso, cerca di adeguarsi alla massa (e fin qui ci può stare)...ma per lui non è sufficiente. Deve deridere chi è "diverso" ...così come è diverso lui. Da vittima diventa carnefice. E' come se cercasse di punire se stesso, in un certo senso.

Forse è lui, più che il tempo, ad essere inesorabile.

Sei stata molto abile nel delinearlo: decisamente non era un compito facile...

Nota finale: splendido il titolo, hai fatto un ottima scelta.

Come sempre, bravissima.

Un bacio!

Risposta dell’autore:

Sei tu che mi vizi, Sage :)

Vedi, il fatto è proprio che il mio personale Severus ha sempre il terrore di tornare ad avere solo quindici anni. Di essere di nuovo solo Snivellus.
Questo è il lato di un certo tipo di esperienza che non condivido con lui. Non perchè io la quindicenne che ero non l'abbia sempre dentro di me, ma perchè non la temo affatto. Il mio Severus, invece, sì.
E' un'idea che mi viene dai libri. Sai, il modo in cui a volte JKR fa sbroccare alla grande il rigidissimo Piton, il fatto che lui, a differenza di me, ha tanto da farsi perdonare che, alla fine, è diventato davvero qualcuno che si potrebbe meritare il disprezzo altrui per i propri errori.
E' il Malandrino di se stesso.

Hai ragione a dire che è una storia in penombra, anzi addirittura un racconto "al buio", non a caso si svolge tutto di notte, flashback compresi, tranne quello ad Azkaban (anche se non l'ho specificato), ma Azkaban è di per sè assenza di luce.
Ti do ragione su tutto, in larga parte anche su Remus (e già, chissà che non voglia anche punire se stesso). Però devo dire a sua difesa che, alla fine, non sceglie più quel che è conveniente e posso capire che lo spaventi l'idea di amare uno come Severus. Un pò perchè si assomigliano troppo, un pò perchè la vita non è facile per lui, già così com'è, ed anche (ma non so quanto questo si possa capire dal racconto. Era difficile renderlo) perchè ha paura di non bastare. Di non essere sufficiente a far vivere davvero Severus e di conseguenza, dato che volente o nolente lo ama, andare a fondo con lui.

Il titolo mi pareva emblematico, alla fin fine, non solo di ciò che pensa Remus, ma anche di quel che può significare per Severus amarlo. Per nessuno dei due è una scelta comoda e conveniente amare l'altro, e nemmeno, a ben vedere, amare se stessi.
Quindi mi fa piacere che ti abbia convinta.

E ora mi ritrovo di nuovo alle prese con la banalità di un grazie. Però un complimento da chi ha il tuo talento meriterebbe mille volte di più.

Ti abbraccio.

Ny