Nonostante mi sfuggano dei passaggi, tipo chi è morto esattamente (Pansy e Narcissa?), come è finito Draco insieme allo Sciatto (nomignolo che ho adorato sin dall'inizio XD), mi pare a suo modo completa. Perché forse se iniserissi anche queste informazioni che la mia mente brama conoscere (perché io sono la regina del puntiglio, purtroppo XD devo sapere ogni dettaglio narrativo di quel che leggo), andrebbe perso il senso di angosciosa costrizione che assale chi legge, perché ci si trova esattamente nella stessa condizione di Draco: si dà per scontato che lui debba stare lì con Remus (e se ci si domanda perché non c'è risposta) e quelle lettere e quelle parole non hanno senso, come non lo hanno per Draco.
Da un lato, quindi, non inserire nessuna informazione è funzionale all'effetto di confusione e disorientamento. Dall'altro però un po' si ha la sensazione che qualcosa manchi: è come un crescendo che non trova soluzione, ma continua a crescere; una sensazione che lascia un po'... ecco, perdona la ripetizione, ma 'disorientati' è il termine giusto.
In sostanza: ad essere sincera non so se è il caso che tu scriva ancora di questa storia, perché come ti ho detto prima l'effetto che raggiungi in questo modo, più che un senso di completezza, è un senso di totale empatia con Draco (suonerà strano, ma chi legge è Draco °_°). Eppure il mio puntiglio vorrebbe che si trovasse una soluzione a questo crescendo...
Insomma: sono totalmente inutile XDD
Però amo il modo in cui hai descritto la condizione di pazzia; ho trovato molto evocativo e significativo il telefono che si liquefaceva nell'acqua bollente insieme ai cucchiaini. Non so perché, ma è un'immagine che mi è piaciuta tantissimo. E comunque, una storia ben scritta che mi colpisce, anche disorientandomi, per me ha punteggio pieno! Però... boh... sono ancora confusa XDDDD
Risposta dell’autore: Il mio grande dubbio quando scrivo questo tipo di storie è se siano fruibili anche da persone che non sono me. :D
Nel senso, io per scriverla ho immaginato tutti quei particolari su cui ti interroghi.
So chi è morto e a grandi linee anche come e perchè, so perchè Draco è con Remus e come mai è in quelle condizioni.
Ma quando l'ho scritta mi sono messa nel punto di vista di Draco, e Draco tutte queste cose non le sa. O meglio, le sa, ma in una parte della mente che al momento non è "raggiungibile", per cui non potevo inserirle nella storia senza che sembrassero fuori posto. Quindi quello a cui pensavo era ad un capitolo successivo, non collegato per forza temporalmente come suo seguito ma indipendente, in cui mi mettevo dal punto di vista di Remus e spiegavo un po' di cose. Questo però mi lascia dubbiosa, perchè a ben vedere lo scopo di questa fic non è appurare cosa gli sia successo, ma come sta vivendo il trauma: ho mantenuto uno sfondo ambiguo e indeterminato anche perchè nelle mie intenzioni altre informazioni erano superflue e avrebbero distolto l'attenzione da lui hic et nunc, e non so se darle dopo ne sminuisca la forza.
Sul discorso del crescendo, la fine può essere vista in modo ambivalmente. Draco "elimina" il crollo emotivo perchè non riesce ad affrontare quello che gli è accaduto e si ritrova resettato al punto di partenza, il punto in cui è pazzo sì, ma tranquillo. Dal suo punto di vista quindi la conclusione è un perfetto ritorno all'equilibrio, che se anche non risolve la situazione precedente va comunque ad alleviarne la tensione. Per Draco tutto torna, e siccome è Draco a decidere di questa storia la fine per lui va bene così.
Il problema è tutto di Remus che gli sta vicino ed è in possesso delle sue facoltà mentali: questo equilibrio fittizio è un nuovo passo indietro, ed è l'immedesimarsi in lui che porta al disorientamento del "non c'è una soddisfazione al crescendo".
La contraddittorietà è voluta, forse per estremizzare il senso di dissociazione dalla realtà di Draco.
Grazie per avermi permesso di blaterare su questa storia e per avermi dato un parere. Sono felice che ti sia piaciuto lo Sciatto (ero incerta ad usare questo soprannome, mi sembrava troppo forte, ma poi ho pensato che era da Draco insultarlo anche nella pazzia) e i miei telefoni e cucchiaini, e anche il disorientamento.