Innanzitutto mi scuso, perché vorrei commentare di più e più spesso, ma sono un disastro con queste cose.
Sono mesi che penso a come commentare degnamente questa storia, fallendo.
Quindi ecco, volevo solo dirti che mi ha profondamente colpita, tanto da spingermi a leggere il libro da cui trae ispirazione praticamente il giorno dopo. Una lettura che mi ha segnata, il romanzo, ma non mi ha comunque fatto dimenticare questa storia qui, segno che l'autrice ci abbia messo del suo, lavorando egregiamente su un tema così complesso.
Ah, ho apprezzato anche tutto il "non detto", perché credo che, a volte, una storia non abbia bisogno di spiegazioni per spingerti a riflettere (anzi, credo che quando ci sono di mezzo questi temi potrebbe essere persino un filo presuntuoso).
Grazie davvero quindi, per avermi fatto conoscere questa storia e per l'ennesima ottima traduzione.
Risposta dell’autore: Credo che non ci sia bisogno di scusarsi, anche se io stessa lo faccio spesso. Leggo tanto, ma soprattutto in inglese e commento poco, ma leggo solo storie finite quindi non dò appoggio a chi scrive, e quando mi prendo una traduzione a puntate a volte sparisco per lunghissimi mesi, lasciando le storie a mezzo... sono un disastro.
A parte questo, ci sono quelle storie che colpiscono particolarmente, come mazzate, molto sotto la cintura, o molto sopra. Non sono necessariamente ambientate in un periodo preciso, o canon, alcune sono come sospese nello spazio e nel tempo. Questa, potrebbe essere una "25 anni dopo". Non tutto è idilliaco come al binario 9 e 3/4 di 6 anni prima.
Devo confessare che non me la sono sentita di andare a cercare il libro che ha ispirato la storia.
Di stragi scolastiche ne sono avvenute tante successivamente, principalmente negli USA, molto spesso leggo i titoli sui giornali ma non mi soffermo più di tanto. Fa male perchè fa paura, e dal male si cerca di fuggire. Hai figli che vanno a scuola, non ci vuoi pensare.
Poi, però, leggi una storia che ti infilza come una farfalla nella collezione dei bambini di qualche decennio fa. La leggi, la rileggi, e ci spremi pure una lacrimuccia. La metti nei preferiti, la salvi, e poi ti rendi conto che non devi nemmeno chiedere il permesso, o quasi, per tradurla: è già dato in anticipo. E sei condannata.
E' una storia terribile, proprio perchè, al contrario delle guerre magiche contro i Lord Oscuri, questa è più verosimile. E' praticamente vera. E grida per essere condivisa, letta da tutti. Ti sembra quasi di doverla tradurre, come se avesse vita propria. O morte propria. Non c'è più Scorpius, non c'è più Harry, il padre e la madre che si chiedono sconvolti e penitenti dove abbiano sbagliato, nella loro fallace umanità, non si chiamano più Draco e Astoria, i genitori atterriti che attendono un verdetto già deciso non sono purosangue, sono persone qualsiasi che, in una giornata come tante altre, hanno perso quanto di più caro abbiano al mondo. E non è successo a Hogwarts, è successo cento altre volte in tutto il mondo.
E' facile commentare una storia umoristica. Mi è successo spesso di ridere per i commenti e le loro risposte quanto per la storia. Molto più difficile è commentare una storia tragica: non ci sono giochi di parole, faccine, battute. Ci sono emozioni nude, nervi allo scoperto, sensazioni difficilmente esprimibili a parole. Chi traduce ce l'ha facile: la storia se la trova già confezionata, deve solo renderla in un altro linguaggio. Chi commenta ha il compito più difficile.
Grazie.